lucaliffo ha scritto:chippz ha scritto: ↑ven 30 lug 2021, 21:44
Mi hanno regalato, e sono già a metà, il libro Siddharta.
Attualmente sono stati trattati i temi della rinunciazione, devozione, la sete di sapere e il non soffermarsi, la ricerca dell'io.
...poi ha trovato la topa e la ricchezza e ha perso quei sentimenti di ricerca psicologica/sprituale.
Qualcuno l'ha letto?
mi sono sempre rifiutato di leggere cose che rimandano a culture orientali (presuntamente) ascetiche, tranne saggi antropologici.
infatti la mia raccolta di racconti brasiliani la intitolai "estremo occidente"
Mah...diciamo, per quel che ne so, l'esportazione delle culture orientali in occidente comportò una necessaria traduzione non sempre fedele anche a fronte di sforzi onesti e sicuramente al tempo di Hesse anche nel mondo accademico certe incomprensioni erano più facili e scusabili. Poi c'è un altro fatto, la cultura Indiana studiata e divulgata in occidente ha spesso sofferto di mancanza di un approccio etico, che nel suo significato antropologico sta a significare una mancanza di presa di distanza tra studioso ed oggetto studiato a favore di un approccio emico (ottica del nativo). In soldoni, lo studioso laico di storia delle religioni fornirà una spiegazione della evoluzione del cristianesimo diversa da quella che può fornire il parroco. Infine ci sono i cialtroni che ti scrivono sul menù pizza con salami spacciandosi per napoletani veraci e come canta Guccini "alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero". La new age e puttanvarie derivano da questo tentativo di stupro della cultura.
Tuttavia bisogna considerare che questo libro di Hesse non ha ambizione di essere un saggio antropologico
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