Quale scarpa da running?

Discussioni sulle scarpe da running
lucaliffo
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da lucaliffo »

com´é noto io amo talmente i minimalisti che darei loro sicuramente l´incarico di allenare la nazionale dei gulag siberiani :twisted:
ma su quel dettaglio potrebbe non aver torto... io ho una forte pronazione al dx e ogni volta che ho provato scarpe con inserti correttivi e rigide é andata a finire in fascite plantare (1 anno fermo x 3 volte).
il resto spara minkiate.
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L'Appiedato
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da L'Appiedato »

Dico la mia.
Nicola Rossi, il "nostro" fisio, accennò già questa querelle, ovvero il fatto che ormai la distinzione tra pronatori e non viene accusata di essere superata e questo può essere benissimo; il corpo non è un minerale ma in una certa misura muta e si adatta
Io da 3 anni indosso plantari antipronazione [non sempre, sia perchè con certe scarpe non potrei sia perchè penso sia utile variare ogni tanto] perchè dopo una lunga e dolorosa infiammazione ossea così l'ortopedico mi consigliò.
Da allora non ho più avuto infortuni gravi. Questo ovviamente non dimostra niente. Forse le cose sarebbero andate così anche senza plantari, forse il mio corpo si è adattato indipendentemente dai plantari, forse i tanti problemi avuti non erano dovuti alla iperpronazione ecc ecc.
Quanto alla questione scarpe massimaliste vs scarpe minimaliste io parto da due punti:
1-è un dato di fatto che una quantità maggiore di gomma smorza le forze di impatto di più che una quantità minore.
2-è parimenti vero che il modo in cui nostro corpo di assorbe gli impatti non dipende esclusivamente dalle scarpe.
Può essere che l'uso di certe scarpe tenda con il tempo a cambiare il nostro modo di muoverci ma comunque non è un problema intrinseco della scarpa.
Anche per questo secondo me è utile utilizzare contemporaneamente 2/3 scarpe, proprio per non dare tempo al corpo di abituarsi troppo.
Al di là di ciò che gli studi dicono mi sembra di osservare che chi fa tanti km [con obbiettivi agonistici] ricerchi, almeno quando non deve confrontarsi con il cronometro, la protezione. Quando vedrò atleti di livello farsi 180km a settimana con scarpe minimaliste magari mi ricrederò.
Penso anche che spetti alla nostra sensibilità regolarsi su queste cose; voglio dire, il nostro corpo non risponde sempre nello stesso modo, quando il corpo è fresco è più in grado di correggere certe storture, quando è stanco o anche quando la catena cinetica è meno attivata secondo me lo è di meno.
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NicolaRossi1
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da NicolaRossi1 »

sabba ha scritto: dom 27 dic 2020, 12:28 Ho ricevuto per Natale un libro curato da Blaise Dubois ("La salute nella corsa"), mi sto ancora facendo un'idea sulla validità dei contenuti.

Intanto mi è cascato l'occhio sulla parte dove si parla di scarpe e ho letto qualcosa di piuttosto sconcertante, ma magari per voi è ovvio (o non concordate): la divisione in runners pronatori (a cui si prescrive scarpa stabilizzata) o universali (a cui si prescrive scarpa neutra) non ha alcuna base scientifica. Anzi, in pratica è diventata dagli anni '90 una trovata di marketing per vendere scarpe con varie tecnologie per correggere la pronazione e in generale scarpe massimaliste (alto drop, suola spessa, pesantine, stabilizzate, poco flessibili).

In generale l'autore è un sostenitore delle scarpe minimaliste e consiglierebbe a tutti di orientarsi verso scarpe con indice di minimalismo alto (misurabile), ma anche di non fare passaggi bruschi (dalle tipiche scarpe super-ammortizzate, con una sfilza di tecnologia dentro, ecc...) a quelle più minimaliste.

Altro punto interessante: non c'è evidenza scientifica sul fatto che l'ammortizzazione delle scarpe aiuti a prevenire gli infortuni.
Tutto vero!

In realtà c'è qualche evidenza che in soggetti con forte tendenza alla pronazione sarebbe meglio usare scarpa antipronazione, ma tutto il resto è vero.

Hai presente il test che ti fanno in negozio sull'appoggio e in base a quello ti fanno scegliere la scarpa? Totalmente inutile.

Non sono molto d'accordo sull'adozione subitanea di scarpa minimalista. Forse sarebbe consigliabile se la maggior parte dei runner non fosse in sovrappeso, non avesse passato atletico nullo e se non si iniziasse a correre dai 30 in poi.

In generale sarebbe consigliabile utilizzare paia di diversa conformazione per "alternare i carichi".
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da NicolaRossi1 »

L'Appiedato ha scritto: dom 27 dic 2020, 13:24 Dico la mia.
1) Nicola Rossi, il "nostro" fisio, accennò già questa querelle, ovvero il fatto che ormai la distinzione tra pronatori e non viene accusata di essere superata e questo può essere benissimo; il corpo non è un minerale ma in una certa misura muta e si adatta,
Io da 3 anni indosso plantari antipronazione [non sempre, sia perchè con certe scarpe non potrei sia perchè penso sia utile variare ogni tanto] perchè dopo una lunga e dolorosa infiammazione ossea così l'ortopedico mi consigliò.
2) Da allora non ho più avuto infortuni gravi. Questo ovviamente non dimostra niente. Forse le cose sarebbero andate così anche senza plantari, forse il mio corpo si è adattato indipendentemente dai plantari, forse i tanti problemi avuti non erano dovuti alla iperpronazione ecc ecc.
3) Quanto alla questione scarpe massimaliste vs scarpe minimaliste io parto da due punti:
1-è un dato di fatto che una quantità maggiore di gomma smorza le forze di impatto di più che una quantità minore.
2-è parimenti vero che il modo in cui nostro corpo di assorbe gli impatti non dipende esclusivamente dalle scarpe.
Può essere che l'uso di certe scarpe tenda con il tempo a cambiare il nostro modo di muoverci ma comunque non è un problema intrinseco della scarpa.
4)Anche per questo secondo me è utile utilizzare contemporaneamente 2/3 scarpe, proprio per non dare tempo al corpo di abituarsi troppo.
5)Al di là di ciò che gli studi dicono mi sembra di osservare che chi fa tanti km [con obbiettivi agonistici] ricerchi, almeno quando non deve confrontarsi con il cronometro, la protezione. Quando vedrò atleti di livello farsi 180km a settimana con scarpe minimaliste magari mi ricrederò.
Penso anche che spetti alla nostra sensibilità regolarsi su queste cose; voglio dire, il nostro corpo non risponde sempre nello stesso modo, quando il corpo è fresco è più in grado di correggere certe storture, quando è stanco o anche quando la catena cinetica è meno attivata secondo me lo è di meno.
1) Vero <3
2) Vero, potrebbe essere una coincidenza e non causa
3) Vero, più che la quantità assorbita cambia la strategia motoria per assorbire le forze
4) Esatto
5) Esatto

Aggiungo un aneddoto:
Normalmente i miei ragazzi fanno riscaldamento sul campo da calcio. Nei casi di periostite (sofferenza alle tibie) io invito a svolgere tutto l'allenamento su prato, ecco 7 ragazzi su 10 stanno meglio, ma 3/10 preferiscono correre sul duro che sul morbido :boh:

Quindi ipotizzo molto spannometricamente che se la periostite è più dovuta ai carichi di allenamento forse l'atleta preferirà il prato, mentre se la periostite è esacerbata dalla tecnica (tipico overstride) forse sarebbe meglio usare una superficie più dura che costringe il ragazzo ad usare il proprio corpo per assorbire le forze e non delegare questa azione"di assorbimento al prato.

Tutta sta roba per dire che cambia da caso a caso e in generale la regola da rispettare è "fai ciò che ti fa stare meglio"
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sabba
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da sabba »

Grazie dei commenti. In generale l'autore e la sua "Clinica del Running" spingono molto, a mio avviso forse troppo, per la scarpa minimalista. Non so se ci siano interessi dietro. Ho apprezzato la definizione che sembra rigorosa, in forma di indice (pubblicato in un articolo scientifico [1]), quindi uno potrebbe pure guardarsi scarpe a metà strada tra superminimaliste e supermassimaliste.
Studi seri che mostrino che le scarpe minimaliste siano meglio (meglio per cosa poi?) non mi pare ci siano, mentre ci sono evidenze di come scarpe con poco supporto condizionino la strategia motoria (appoggio dell'avampiede vs. tallone) [2], come notavate anche voi @L'Appiedato e @NicolaRossi1 .

Detto questo, non credo passerò alle minimaliste, ma guarderò più scetticamente chi consiglia scarpe anti-pronazione appena vede una minima pronazione (o soprattutto con l'aggeggio dei negozi che citava Nicola). Per i casi più seri immagino il discorso sia diverso; ad esempio ci sono infortuni chiaramente associati all'iperpronazione?

Molto d'accordo anche su "fai ciò che ti fa stare meglio". Se uno si trova bene con un tipo di scarpe, perché cambiarle?

[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26300981/
[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22085708/
42k: 2:37:43 - 3:44.3/km (Valencia 12/2023)
21k: 1:15:39 - 3:35.4/km (Monza 10/2023)
10k: 34:15 - 3:25.6/km (Payerne 03/2023, CH)
5000m:16:43.9 - 3:20.8/km (Bellinzona 08/2023, CH)
3000m: 9:55 - 3:18.3/km (Brugg 06/2023, CH)
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da Ericradis »

Non sono del tutto d’accordo.
Il negozio dove spesso compro le scarpe fa una ripresa rallentata della corsa sul tapis che permette di vedere le caratteristiche di come si corre e si vedono difetti che a occhio nudo non appaiono.
Anni fa in queste riprese osservai che tendevo a supinare l’appoggio con il piede sinistro, piede che era soggetto a tendinite. Insieme al mio fisioterapista abbiamo notato un indurimento mediale alla fascia plantare che probabilmente mi faceva correre cosí, esito di una fascite di alcuni anni prima. Con molte sedute di tecar e massaggi la cosa e passata e da allora non ho avuto più tendiniti.

Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.

Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
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L'Appiedato
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da L'Appiedato »

Ericradis ha scritto: dom 27 dic 2020, 19:55

Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.

Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
Che il tuo amico possa aver risolto l'infiammazione della bandelletta con un supporto non stento a crederlo, perchè è proprio una questione meccanica, per la bandelletta ci sono anche fasciature che vanno a bloccare il tendine e che ti permettono addirittura di correre e probabilmente nel caso del tuo amico il supporto evitava al piede di cedere e al tendine di essere sollecitato di meno [NICOLA CORREGGI PURE LE VACCATE CHE HO DETTO].
Altro discorso è però capire le ragioni che avevano causato quel problema.

@sabba
Parte gigiosa.
tu probabilmente non lo sai ma alcuni di noi qui su questo forum e su altri si fecero carico di diverse incursioni crociate contro il fanatismo dei minimalisti fondamentalisti il cui percorso era spesso il seguente:
1-uomo/donna sedentario che si avvicina al running in mezza età
2-infortuni a nastro.
3-da oltre oceano arriva una nuova speranza, una filosofia nata sulla scia dei testi ispirati di Lieberman [ci siamo evoluti per correre! Puoi immaginare una frase più bella per un runner sempre infortunato?]. Ed è un fiorire di guru, messia, ciarlatani carismatici e aziende di scarpe etc etc con conseguenti conversioni sulla via di Damasco...insomma la storia dell'ondata New Age ma nel running
4-inizio del percorso di adattamento per diventare un corridore minimalista, il cosiddetto periodo di transizione. Chi non lo fa muore subito e male [indentiamoci, talvolta una morte rapida è perfino meglio].
5-drastico calo dei km per abituarsi alla nuova corsa ed apparente scomparsa dei problemi
6-graduale ripresa dei km, tendini che partono, periostiti, fratture da stress ed estinzione di massa
7-Come dopo ogni estinzione alcune, poche creature, le meno sospettabili sopravvivono :mrgreen: e c'è ancora qualche tacchino (usando le parole di Eric) che zampetta in infradito a 5 al km deridendo noi poveri relativisti del running.
Parte semi-seria
Il tempo d'oro del barefoot running è ormai finito e la moda si è esaurita.
Sicuramente ci sono alcuni aspetti interessanti alla base di questa filosofia, a me per esempio attirerebbe molto, ma non è la panacea per tutti i mali, bisogna essere pratici e capire cosa si può e cosa non si può prendere perchè un impiegato del 2020 non è un sapiens di 50.000 anni fa ma nemmeno chi corre solo per il proprio benessere e il piacere di farlo può essere assimilato a chi tenta di rincorrere un obbiettivo cronometrico.
Detto ciò, attualmente dopo il minimalismo si è passati alla moda del massimalismo con, secondo me, altrettanti possibili effetti collaterali.
Sta a noi capire di volta in volta cosa faccia a caso nostro senza però rischiare di fossilizzarsi per troppo tempo su certe scelte e con la consapevolezza che siamo noi che muoviamo le scarpe e non il contrario, per cui il lavoro va fatto anzitutto su noi stessi.
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da NicolaRossi1 »

Ericradis ha scritto: dom 27 dic 2020, 19:55 Non sono del tutto d’accordo.
Il negozio dove spesso compro le scarpe fa una ripresa rallentata della corsa sul tapis che permette di vedere le caratteristiche di come si corre e si vedono difetti che a occhio nudo non appaiono.
Anni fa in queste riprese osservai che tendevo a supinare l’appoggio con il piede sinistro, piede che era soggetto a tendinite. Insieme al mio fisioterapista abbiamo notato un indurimento mediale alla fascia plantare che probabilmente mi faceva correre cosí, esito di una fascite di alcuni anni prima. Con molte sedute di tecar e massaggi la cosa e passata e da allora non ho avuto più tendiniti.

Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.

Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
Sul caso fascite e tendiniti non avremo mai la controprova, però ci sta.

Sul caso del tuo amico sono d'accordo. Non so se si è capito, ma io sono favorevole alle scarpe antipronazione, poi a Luc faranno male, ma ad altri fanno bene.

Io stesso ho questa sindrome cronica: sindrome del seno del tarso (Sinus tarsi syndrome) che va meglio quando ho scarpe rigide che limitano la pronazione tanto che ho fatto un mini-supporto di spugna da posizionare sulla parte interna del retropiede per limitare ancora di più la pronazione (nonostante io non sia per niente pronatore) e sto peggio con scarpe più morbide

Presi un paio di Hoka Clifton sperando che la "morbidezza" dell'intersuola potesse darmi una mano e invece fù un calvario. Avendo questa intersuola morbida il piede si muove come se fosse su un materasso ad acqua e le continue mini prono-supinazioni fecero incazzare il seno del tarso.

Perciò viva il relativismo :beer2:
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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da lucaliffo »

insomma la guerra contro l´essenza suprema del male, il dragone minimalista, non é finita... appiedato, pensaci tu che sei giovane e forte a salvare la pulzella sabba :lol:

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Re: Quale scarpa da running?

Messaggio da lucaliffo »

NicolaRossi1 ha scritto: dom 27 dic 2020, 22:14
Ericradis ha scritto: dom 27 dic 2020, 19:55 Non sono del tutto d’accordo.
Il negozio dove spesso compro le scarpe fa una ripresa rallentata della corsa sul tapis che permette di vedere le caratteristiche di come si corre e si vedono difetti che a occhio nudo non appaiono.
Anni fa in queste riprese osservai che tendevo a supinare l’appoggio con il piede sinistro, piede che era soggetto a tendinite. Insieme al mio fisioterapista abbiamo notato un indurimento mediale alla fascia plantare che probabilmente mi faceva correre cosí, esito di una fascite di alcuni anni prima. Con molte sedute di tecar e massaggi la cosa e passata e da allora non ho avuto più tendiniti.

Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.

Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
Sul caso fascite e tendiniti non avremo mai la controprova, però ci sta.

Sul caso del tuo amico sono d'accordo. Non so se si è capito, ma io sono favorevole alle scarpe antipronazione, poi a Luc faranno male, ma ad altri fanno bene.

Io stesso ho questa sindrome cronica: sindrome del seno del tarso (Sinus tarsi syndrome) che va meglio quando ho scarpe rigide che limitano la pronazione tanto che ho fatto un mini-supporto di spugna da posizionare sulla parte interna del retropiede per limitare ancora di più la pronazione (nonostante io non sia per niente pronatore) e sto peggio con scarpe più morbide

Presi un paio di Hoka Clifton sperando che la "morbidezza" dell'intersuola potesse darmi una mano e invece fù un calvario. Avendo questa intersuola morbida il piede si muove come se fosse su un materasso ad acqua e le continue mini prono-supinazioni fecero incazzare il seno del tarso.

Perciò viva il relativismo :beer2:
aspé, il rollio laterale lo detesto pure io ma la stabilitá si puó ottenere con altri mezzi (tipo pianta larga dell´intersuola, plantari), quello che mi uccide sono gli inserti duri.
il fisio che mi fa i plantari sai cosa s´é inventato per il mio piede dx? siccome l´iperpronazione in spinta é figlia dell´ipersupinazione in atterraggio, il plantare é ANTISUPINAZIONE! cioé piú spesso all´esterno.
devo dire che al piede dx non ho piú avuto problemi... quello che s´infiamma ora é il tda sx :angry3:
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