Sempre simpatico
lucaliffo,
continuamente ci fustighi sui mali della nostra Italia, immancabilmente critichi i vizi della vecchia Europa. Perché invece non ci racconti un po' di più, da testimone sul campo, di quel che avviene nel tuo Brasile e, più in generale di come il continente sudamericano sta affrontando questa crisi (metamorfosi?) globale?
Prendiamo, per esempio, le notizie che ci giungono sulla riforma delle pensioni che sta portando avanti il governo di Michel Temer.
Noi eravamo quasi persuasi al trasferirci in Brasile dove, a detta di quelli che la sanno lunga, potremmo vivere benone con lo stesso reddito che, qui in Italia, è da fame. Senza poi contare quanto risparmieremmo in acquisto di frutta: lì da voi si trova per strada.
Però...
Ora dal Brasile ci giungono notizie allarmanti. Abbiamo saputo che la scorsa settimana in tutto il Paese ci sono state grandi manifestazioni di piazza contro una riforma che vuol far passare un drastico aumento dell'età pensionabile: per il diritto alla pensione gli attuali necessari 25 anni di contribuzione per le donne e 30 per gli uomini passerebbero, per tutti, a 49 anni di versamenti previdenziali. Cosicché buona parte dei brasiliani andrebbe in pensione a 64-65 anni; sempre che a quell'età arrivino, dato che l'aspettativa media di vita è di 73 anni. Per moltissimi brasiliani, quindi, l'età della pensione sarebbe coincidente o prossima alla loro morte, e neppure potranno consolarsi con la reversibilità i famigliari che sopravvivono: infatti, se passa la riforma, è previsto un taglio anche in questo senso.
Ci raccontano pure che il vostro Timer è sempre più impegnato nel portare il "Mercosur" (il vostro mercato comune) verso il modello neo-liberista e quindi a una deregolamentazione negli scambi internazionali e, in particolare, con la EU.
Buon (si fa per dire)
lucaliffo dicci dunque come stanno veramente le cose e come, tu e i soteropolitani, state affrontando questa situazione.
P.S. Mica di toccherà, in un prossimo futuro, sopportare anche l'ondata dei profughi economici brasiliani? Già ci bastano i tanti
trans brasileri che abbiamo qui a Milano; i quali neppure ci aiutano (vigliacchi!) a riequilibrare il nostro calo demografico.