Economia e Finanza

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loris
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da loris »

zivago ha scritto: ven 31 mar 2017, 20:25 Le tue tematiche son sempre le stesse e neppure originali. Attingi qua e là da blog e siti di dubbio credito: ma farina del tuo sacco ce n'è poca.
Mi è piaciuta questa Zivago...quindi spiegami la farina del tuo sacco dov'è dato che nei tuoi post si trovano quasi esclusivamente citazioni da libri, a volte semi sconosciuti, da canzonette e da qualche racconto "dei tuoi avi"?
Cos'è forse i libri contegono la verità e i "blog e siti di dubbio credito" raccontano solo fandonie?
Mi sembra una visione alquanto riduttiva...
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da lucaliffo »

Ericradis ha scritto: sab 1 apr 2017, 19:50 Però la strategia messa in atto da Kossiga ha dato i suoi frutti.
certo, l'ho detto che fu efficiente e che non ne commento l'opportunità. però se fossi un commerciante il cui negozio venne devastato (magari da un infiltrato) o una maestrina giovane da macellare mi risentirei un po'.
del resto anche stalin dette i suoi frutti per una sessantina d'anni.
però pensate... se questo ammette in tv certe cose, in realtà quante altre marachelle combinavano? ;)

tutto normale. ma qua si stava discutendo solo sulle differenze tra democrazia e dittatura.
aggiungo una cosa. in brasile la terribile dittatura militare, e i 20 anni di lotta che ne seguirono, fecero in totale fra ambo le parti 300 morti.
nella democratica italia 500.
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da GioPod »

In Italia abbiamo rischiato molto. Certo, dipende dai punti di vista, ma essere in occidente, durante la guerra fredda, il paese con il maggior partito comunista ha di certo comportato delle limitazioni ai diritti, che probabilmente sarebbero state maggiori se la democrazia non avesse tenuto.
zivago

Re: Economia e Finanza

Messaggio da zivago »

loris ha scritto: sab 1 apr 2017, 20:58
zivago ha scritto: ven 31 mar 2017, 20:25 Le tue tematiche son sempre le stesse e neppure originali. Attingi qua e là da blog e siti di dubbio credito: ma farina del tuo sacco ce n'è poca.
Mi è piaciuta questa Zivago...quindi spiegami la farina del tuo sacco dov'è dato che nei tuoi post si trovano quasi esclusivamente citazioni da libri, a volte semi sconosciuti, da canzonette e da qualche racconto "dei tuoi avi"?
Cos'è forse i libri contegono la verità e i "blog e siti di dubbio credito" raccontano solo fandonie?
Mi sembra una visione alquanto riduttiva...
Sempre simpatico loris,
anch'io gradisco la tue osservazioni. E visto che ti piacciono i racconti dei miei avi, ne faccio un altro.
A quelli che si intromettevano in beghe non loro i miei nonni brianzoli usavano dire: « L'è 'rivà l'avucat di puarit! » :D .

Sul citazionismo hai comunque ragione: se ne abusa e forse lo faccio anch'io. Vediamo dunque se riesco a dire, sul troppo menzionare, qualcosa di mio...
Non è facile essere originali o dire cose intelligenti. Anche quando abbiamo, idee, concetti, esperienze da raccontare: il difficile è metterle giù in buona forma scritta. Cosicché, per incapacità o pigrizia, ricorriamo alla menzione. Questa pratica non è di per sé negativa: c'è chi va a rovistare nei suoi appunti o diari; chi richiama qualche passaggio dalle proprie letture; chi va a “ravanare” nel web (è pieno di siti che riportano aforismi e citazioni). Se una di queste pratiche serve per meglio comunicare il proprio pensiero; per esprimere con bel giro di frase un'emozione; per subito evidenziare una convinzione; per condensare in poche parole una stato d'animo: ben vengano le citazioni, gli aforismi, i richiami poetici o musicali.
La citazione deve essere però interessante per chi la leggerà e gratificare chi la riporta: perciò dovrebbe agganciarsi ad un ragionamento in corso; aggiungersi, integrandolo, ad un pensiero in via di esposizione; riferirsi a un'esperienza vissuta; inserirsi in una storia.
Quando invece la menzione è buttata lì... così, lascia il tempo che trova. Risulta meno o poco significativa la frase pur famosa ma capitata per caso; il motto sebbene arguto e saggio ma isolato; la massima significativa ma non attinente a un discorso in essere.

Sui libri…
Certo che i libri NON contengono LA VERITÀ: né quelli famosi, né quelli semi-sconosciuti (a volte neppure i trattati di matematica); e così è pure per quel che si trova in internet.
Diciamo però che in genere il libro è una fonte di conoscenza più seria: se non altro perché deve passare per più filtri:
- deve essere edito e quindi ha da trovare un editore che lo consideri valido
- prima di essere stampato deve essere visionato, valutato e corretto da più persone
- dovrà, per essere acquistato dai lettori, avere un certo credito
- quando è su carta la scripta manent (quel ch'è stampato rimane); nella rete invece la verba volant (lì tutto è volatile, può essere manipolato, corretto, esserci e non esserci)

Quel che si trova in internet è meno affidabile:
- ognuno può scriverci quel che vuole senza grandi controlli su quel che viene pubblicato
- un sacco di sensazionalismi e fandonie vengono messi nella rete da gente che cerca solo visibilità e facile guadagno
- gli articoli che si leggono dal web sono strutturati per una lettura breve, frammentaria e superficiale. Difficilmente l'internauta leggerà lunghi capitoli di approfondimento. Stando su computer, tablet o smartphone è difficoltoso studiare, stendere appunti, annotare chiose.
- la rete è piena di gente che non è interessata all'interlocuzione ragionata ma piuttosto usa il mezzo per dare sfogo ai propri rancori o per adescare persone ingenue
- in molti siti la tendenza prevalente è quella di cantarsela e suonarsela sugli stessi accordi (insulti a parte manca un vero contraddittorio)
- celandosi dietro nickname e pseudonimi ognuno (me compreso) può millantare quel che vuole

Ma, comunque la si pensi su quanta verità c'è nei libri o nel web, io credo che il discrimine stia nel riconoscere la serietà e credibilità degli autori di ciò che leggiamo: perchè un conto sono i fashion blogger, i siti di pura propaganda, i pamphlet; altro sono le pubblicazioni (condivisibili o no) di autori che sono riconosciuti da tutti per la loro competenza, serietà e onestà.

Ti saluto con ricambiata simpatia.
zivago
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da Ericradis »

Mi sembra che Zivago intenda dire che le cose che legge lui sono affidabili e serie, quello che leggono gli altri e soprattutto Lucaliffo sono fregnacce... :boh:

superiorità intellettuale sinistrorsa?
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loris
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Re: RE: Re: Economia e Finanza

Messaggio da loris »

Ericradis ha scritto:Mi sembra che Zivago intenda dire che le cose che legge lui sono affidabili e serie, quello che leggono gli altri e soprattutto Lucaliffo sono fregnacce... :boh:

superiorità intellettuale sinistrorsa?
Mi hai rubato le parole di bocca Eric.

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Re: RE: Re: Economia e Finanza

Messaggio da loris »

zivago ha scritto:
loris ha scritto: sab 1 apr 2017, 20:58
zivago ha scritto: ven 31 mar 2017, 20:25 Le tue tematiche son sempre le stesse e neppure originali. Attingi qua e là da blog e siti di dubbio credito: ma farina del tuo sacco ce n'è poca.
Mi è piaciuta questa Zivago...quindi spiegami la farina del tuo sacco dov'è dato che nei tuoi post si trovano quasi esclusivamente citazioni da libri, a volte semi sconosciuti, da canzonette e da qualche racconto "dei tuoi avi"?
Cos'è forse i libri contegono la verità e i "blog e siti di dubbio credito" raccontano solo fandonie?
Mi sembra una visione alquanto riduttiva...
Sempre simpatico loris,
anch'io gradisco la tue osservazioni. E visto che ti piacciono i racconti dei miei avi, ne faccio un altro.
A quelli che si intromettevano in beghe non loro i miei nonni brianzoli usavano dire: « L'è 'rivà l'avucat di puarit! » :D .

Sul citazionismo hai comunque ragione: se ne abusa e forse lo faccio anch'io. Vediamo dunque se riesco a dire, sul troppo menzionare, qualcosa di mio...
Non è facile essere originali o dire cose intelligenti. Anche quando abbiamo, idee, concetti, esperienze da raccontare: il difficile è metterle giù in buona forma scritta. Cosicché, per incapacità o pigrizia, ricorriamo alla menzione. Questa pratica non è di per sé negativa: c'è chi va a rovistare nei suoi appunti o diari; chi richiama qualche passaggio dalle proprie letture; chi va a “ravanare” nel web (è pieno di siti che riportano aforismi e citazioni). Se una di queste pratiche serve per meglio comunicare il proprio pensiero; per esprimere con bel giro di frase un'emozione; per subito evidenziare una convinzione; per condensare in poche parole una stato d'animo: ben vengano le citazioni, gli aforismi, i richiami poetici o musicali.
La citazione deve essere però interessante per chi la leggerà e gratificare chi la riporta: perciò dovrebbe agganciarsi ad un ragionamento in corso; aggiungersi, integrandolo, ad un pensiero in via di esposizione; riferirsi a un'esperienza vissuta; inserirsi in una storia.
Quando invece la menzione è buttata lì... così, lascia il tempo che trova. Risulta meno o poco significativa la frase pur famosa ma capitata per caso; il motto sebbene arguto e saggio ma isolato; la massima significativa ma non attinente a un discorso in essere.

Sui libri…
Certo che i libri NON contengono LA VERITÀ: né quelli famosi, né quelli semi-sconosciuti (a volte neppure i trattati di matematica); e così è pure per quel che si trova in internet.
Diciamo però che in genere il libro è una fonte di conoscenza più seria: se non altro perché deve passare per più filtri:
- deve essere edito e quindi ha da trovare un editore che lo consideri valido
- prima di essere stampato deve essere visionato, valutato e corretto da più persone
- dovrà, per essere acquistato dai lettori, avere un certo credito
- quando è su carta la scripta manent (quel ch'è stampato rimane); nella rete invece la verba volant (lì tutto è volatile, può essere manipolato, corretto, esserci e non esserci)

Quel che si trova in internet è meno affidabile:
- ognuno può scriverci quel che vuole senza grandi controlli su quel che viene pubblicato
- un sacco di sensazionalismi e fandonie vengono messi nella rete da gente che cerca solo visibilità e facile guadagno
- gli articoli che si leggono dal web sono strutturati per una lettura breve, frammentaria e superficiale. Difficilmente l'internauta leggerà lunghi capitoli di approfondimento. Stando su computer, tablet o smartphone è difficoltoso studiare, stendere appunti, annotare chiose.
- la rete è piena di gente che non è interessata all'interlocuzione ragionata ma piuttosto usa il mezzo per dare sfogo ai propri rancori o per adescare persone ingenue
- in molti siti la tendenza prevalente è quella di cantarsela e suonarsela sugli stessi accordi (insulti a parte manca un vero contraddittorio)
- celandosi dietro nickname e pseudonimi ognuno (me compreso) può millantare quel che vuole

Ma, comunque la si pensi su quanta verità c'è nei libri o nel web, io credo che il discrimine stia nel riconoscere la serietà e credibilità degli autori di ciò che leggiamo: perchè un conto sono i fashion blogger, i siti di pura propaganda, i pamphlet; altro sono le pubblicazioni (condivisibili o no) di autori che sono riconosciuti da tutti per la loro competenza, serietà e onestà.

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zivago
Non mi sono infilato in mezzo agli affari altrui ne tanto meno voglio fare l'avvocato di nessuno, ma dato che anche io attingo la maggioranza delle informazioni da internet mi sono sentito tirato in causa dalla tua affermazione.

Un libro non è più veritiero solo perché passa attraverso più filtri, anzi, pensi che all'editore importi la veridicità del contenuto?
L'editore è più materialista e la cosa a cui è più interessato sono i profitti e tra un libro veritiero e con scarse vendite e uno pieno di fregnacce ma potenziale best seller vai tranquillo che opterà per il secondo.
Internet è più aperta e libera e ognuno può scrivere ciò che vuole, fregnacce comprese, ma ha anche una platea di lettori molto più ampia che con l'uso di qualche commento può stroncati un intero blog.


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Re: Economia e Finanza

Messaggio da Zedemel »

Il bello (e il brutto) di internet è che si trova sempre qualche fonte che giustifichi la propria teoria :-D
E alla fine ognuno rimane della propria idea :-)
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da lucaliffo »

cioè... siamo in presenza di un utente (buono, non presuntuoso) di un forum che si permette di decidere quali sono le beghe di cui può occuparsi l'amministratore di tale forum... quando poi l'utente stesso si infila in qualsiasi bega.
incredibile... :shock:

chi è poi l'eletto che dovrebbe decidere della "serietà e credibilità degli autori di ciò che leggiamo"?
ma è ovvio... LUI. e i capoccioni del pensiero unico di cui lui è un meccanico e acritico ripetitore
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Re: Economia e Finanza

Messaggio da zivago »

Ericradis ha scritto: dom 2 apr 2017, 20:41 Mi sembra che Zivago intenda dire che le cose che legge lui sono affidabili e serie, quello che leggono gli altri e soprattutto Lucaliffo sono fregnacce... :boh:

superiorità intellettuale sinistrorsa?
Gradito Ericradis,
ti ringrazio per la complimentosa considerazione.
Se mi davi del radical-chic mi sarei offeso: ma l'appellativo di "intellettuale sinistrorso" mi onora.
Infatti l'aggettivo “intellettuale” discende intelligenza: cioè il leggere tra le cose, connettere, comprendere (dare e prendere). È quel che ho cercato di fare scrivendo del citazionismo e del diverso valore dell'informazione/formazione che data dai libri e dalla rete. Se però non sono stato sufficientemente chiaro… allora il titolo di “intellettuale" che mi dai è immeritato.
In quanto al sinistrorso ci hai azzeccato in pieno. È vero: giro in senso antiorario. In "senso ostinato e contrario" all'odierno andazzo populista che detesta gli intellettuali rompicoglioni, il “buonismo”, il politically correct , il “pensiero unico”.
Aveva proprio ragione quel Giorgio Gaber, sebbene anche lui sinistrorso, quando (perdonatemi quest'altra citazione) recitava:

No, io sono un uomo di cultura, io con quelli lì non ci vado, sono testacchioni. Si forse l’impostazione è anche giusta, ma ci sono troppe cose che... Certo che il mondo va male, vuoi che non lo veda, sono più a sinistra di loro io. È che loro sono ingenui ignoranti, non hanno dubbi, mentre io, io sono un problematico, e prima di prendere una decisione

Gli intellettuali sono razionali
lucidi imparziali sempre concettuali
sono esistenziali molto sostanziali
sovrastrutturali e decisionali

E poi dicono gli intellettuali, è chiaro, siamo su un altro livello, loro van lì pam pam, si picchiano coi fascisti con la polizia, cosa risolvono? Non scavano, sono grossolani. Io sono anche magro, diffido della gente robusta. Gli operai, oh intendiamoci, io sono più a sinistra di loro, è che tanto non si può far niente. Toh, un po' di vento, questa foglia che mi batte su un occhio? Agire dicono, bisogna agire, che fastidio questa foglia, bisogna vedere come si agisce e se si può agire, intanto batte eh, cosa posso fare? Niente, non c’è niente da fare.

Gli intellettuali fanno riflessioni
considerazioni piene di allusioni
allitterazioni psico connessioni
elucubrazioni autodecisioni

Che fastidio questa foglia, batte sempre più forte, cosa posso fare? Niente, non c’è niente da fare. Va a finire che perdo l’occhio.

"Gli Intellettuali" dall'album "Dialogo tra un impegnato e un non so" - Giorgio Gaber 1972