Ciao lucaliffo,lucaliffo ha scritto: lun 10 apr 2017, 12:12 zivago,
è che io non memorizzo ciò che scrivo sul web (già perdo troppo tempo a scrivere... sono lentissimo, di epoca pre-lettera22).
però ho scritto e scrivo parecchio.
scrivo "come magno", in stile sboccato e scorretto, proprio come bukowsky (parlo di racconti e poesie, non i saggi).
- ho scritto 2 saggi di esegesi biblica, uno sull'"esodo" e uno sulla figura di maria nei vangeli
- qualche saggio "filosofico"
- una quarantina di racconti, dei quali 20 dedicati a fatti di vita quotidiana del mio brasile verace di 15-20 anni fa e raccolti in un "libro" intitolato "estremo occidente" (prima che rampini mi fregasse il titolo per nominarci il suo blog su repubblika). l'editore avrebbe voluto pubblicarli in inglese o spagnolo ma non mi andava di tradurli. invece mi disse che in italiano saremmo finiti in galera.
- molte poesie, in stile beat ovviamente, prive di metrica, rima o punteggiatura
p.s. bukowsky è 100 volte più scorretto di paolo, è un mistero come ancora voi buoni-corretti riusciate a leggerlo e come le case editrici continuino a stamparlo...![]()
sei dunque un grafomane come me? Con tutto quel discettare di filosofia, religioni, costume e massimi sistemi... non sarai mica anche te un intellettuale sinistrorso?
Be' se è così, a tuo merito rimane il fatto che il sapere stendere per iscritto (o provare a farlo) i propri pensieri in forma logica e comprensibile, è comunque un esercizio intellettivo (suona meglio di intellettuale?) che suppone capacità di analisi, ricerca e scambio.
Bukowsky è molto pubblicato perché si vende molto (mi tocca dare ragione a loris) ed è ancora molto letto perché i suoi libri sono facili e divertenti.
Come avviene spesso, le simpatiche canaglie piacciono. Piace a molti identificarsi in personaggi connotati dalla sfrontata cialtroneria, irriverenti e dissacranti, trasgressivi e anti-morali, in controtendenza al benpensante senso comune; a volte anche noi vorremmo essere così ma ci manca la capacità o il coraggio: cosicché ne leggiamo le gesta e, in certe occasioni, scimmiottiamo i comportamenti.
Eppure il nostro Chinaski non era del tutto vero (come nessuno di noi lo è): era un personaggio ben costruito a soddisfazione di un pubblico pagante. Il caro Buk raccontando delle sue sconcezze, sbornie e risse ha fatto i miliardi. Era senz'altro fuori dagli schemi ma non contro lo schema, non nemico del sistema. Sbeffeggiava, insultava, disprezzava ma nella marcia fanghiglia americana, anche lui sguazzava e si arricchiva. Sapeva bene amministrare la sua immagine e i suoi soldi. Il suo editore (John Martin) ha dichiarato che in trentacinque anni di conoscenza non l'ha mai visto ubriaco e che, malgrado gli passasse 10.000 dollari (negli anni 70) a quindicina, il nostro Hank quando vedeva a terra un cent, si chinava a raccoglierlo.
Certo il giovane Charles ne ha passate tante e di brutte, ma non credo peggio, per restare agli autori americani, di Jack London, Herman Melville, Mark Twain, John Fante, Frank McCourt.
In quanto alla “scorrettezza”, se la si intende come controcultura e il non omologarsi al “sistema”, io degli scrittori americani preferisco i più “corretti” ma in fondo più incisivamente critici e “rivoluzionari”: London, Hemingway, Kerouac, Steinbeck, Philip Roth, Fante, Foster Wallace.
Contestualizzando rispetto all'epoca e alla situazione storica io, contro certo perbenismo puritano, trovo più sferzante “La lettera scarlatta” - Nathaniel Hawthorne (1850), del “So benissimo quanto ho peccato” - Charles Bukowski (1978).
P.S. Del genere "sbronze bestiali", "vita da barboni" e "feroce ironia antisistema" io ho trovato più vero e drammatico questo libro: “MOSCA SULLA VODKA” di Erofeev Venedikt - Feltrinelli 1973 .
Si tratta di un monologo autobiografico di un alcolista vissuto in epoca sovietica. Erofeev fu una specie di Bukowski russo ma, secondo me, più vero, più intenso, drammatico e commovente. Un "senza tetto" che, vivendo per strada da barbone, ebbe la forza di scrivere la sua odissea alcolica: una metaforica denuncia, ironica e feroce dell'assurdo sistema sovietico. Uno scritto del dissenso sotto forma di "samizdat" che passando clandestinamente di mano in mano senza alcuna pubblicità, divenne nell'URSS di quel tempo un vero best seller.



