Io non vorrei mai che alcun giornale chiudesse; neppure “Libero”, “Il Giornale”, “Il Tempo”, “Il Foglio” o “Il Resto del Carlino”.
Malgrado tutto continuo a credere che l'informazione stampata su carta sia più attendibile e meno manipolabile della caotica e indistinguibile ridda di voci che rimbomba nel
web.
Alla TV,
pay tv,
Digital Video Broadcasting,
Netflix e compagnia cantante preferisco la vecchia radio che trasmette in diretta ed è aperta al contributo degli ascoltatori.
Tendenzialmente cerco di navigare in
internet il meno possibile. Quando la rete mi cattura finisce sempre che vi rimango impigliato per delle ore, uscendone alla fine intontito e vuoto.
A proposito del diffuso
storytelling e del tanto
shitstorm che frastorna e inebetisce il povero internauta mi sovvengono le profetiche parole che, già sessant'anni fa, Ray Bradbury scriveva in “FAHRENHEIT 451”:
« … Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati".
Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia onde possano pescar con questi ami fatti ch'è meglio restino dove si trovano. »
«… Un tempo, i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse potevano permettersi di essere differenti. Nel mondo c'era molto spazio disponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale… »
«... Immagina tu stesso: l'uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri, carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo. »
... sembra scritto oggi!
