Oggi ho letto un articolo in cui si parlava degli effetti "disastrosi" della "pressione": ovvero persone che si facevano troppo soggiogare dallo stress con il risultato di perdere letteralmente il controllo della situazione, mandando all'aria (o quasi) la prestazione. I più affetti sono quelli troppo "maniacali" con la programmazione: quelli che una virgola di differenza dal previsto (tempo diverso, un marciapiede in più, ritmi leggermente differente) comporta un livello di stress tale da compromettere quasi tutta la prestazione.
All'inizio pensavo di rientrare anche io in questi casi, poi però ho pensato che anche se vedo qualcosa che non va come programmato me la prendo sul momento, ma in ogni caso io continuo alla stessa maniera: non posso farci nulla (sarà un periodo/giorno no). Punto.
Infine dice che chi pratica la corsa, soprattutto quella di resistenza, ha significativi miglioramenti a livello "mentale": in pratica si innalzano i livelli di BDNF (fattore neurotrofico cerebroderivato) nel cervello, responsabile nella prevenzione e aumento dei neuroni del cervello.
Però, anche in questo caso, bisogna fare qualcosa per stimolare questi nuovi neuroni ed il modo migliore è far avvenire dei cambiamenti (percorsi differenti, imprevisti nella programmazione, ecc). In pratica come mi alleno io: ovvero che non so mai cosa, come, quando e perché farò l'allenamento del giorno dopo.
Quindi sui due piatti della bilancia abbiamo:
-programmazione troppo maniacale: troppo rischiosa in quanto basta un piccolo imprevisto e si sbaglia tutto.
-programmazione troppo alla "happy-go-lucky": si potrebbe evitare il rischio di spiacevoli delusioni, ma è anche difficile seguire una programmazione "corretta".
La domanda che vi rivolgo è: "qual'è il metodo migliore, se esiste, o quale potrebbe essere un giusto compromesso (facile: si programma per bene e se ne frega se poi non rispecchiano il 100% del previsto) e come fare per ottenerlo"?


