luirt ha scritto:luc
grazie per l'intelligenza atletica ma è immeritata
Nel caso specifico ci sono troppe storture per non essere evidenti anche a un novellino come me, come dici basta osservare e avere un minimo di mente aperta.
"
Ti dirò... e dico una cosa pesante, per un principiante se proprio deve, meglio tramite albanesi che tramite ste robe qua
luirt ha scritto:L'acido lattico è il diavolo, e se fai roba allegra quando NON DEVI distruggi tutto, hai perso solo tempo, andrai all'inferno per tutta la vita nel girone dei lussuriosi a 90°
C'è ne sono altre solo che mo non mi vengono.
E' peggio di una fede.
Ieri a me una persona (a cui voglio benissimo, sia chiaro) continuava a dirmi di dovermi allenare con il cardio dopo aver fatto il test Conconi perché solo così potevo capire la percentuale INSUPERABILE: pena lo sviluppo dell'acido lattico, il fiatone, il cuore che esplode!
Ho provato a far capire che io preparavo 800/1500, quindi distanze in cui occorre lavorare anche con il lattato e mi rispose che non andava bene. Non dovevo mai arrivare ad avere il fiatone. Mai superare la percentuale corrispondente alla soglia anaerobica. E' dannoso.
Eppure il fiatone nel miglio ce l'ha avuto pure questa persona. Bha..
Voglio vedere fare un miglio a 3':10" facendo ritmi sopra i 4'... già faccio fatica a farlo facendo ritmi sotto i 3'.. Luc, non è magari questo il motivo per cui non ci riesco?
Riguardo a quel mio "adattamento cardiaco" con metodi simili, poi rientrato dopo un po' di mesi. Benché non abbia difficoltà ad accettare eventualmente di essere "un caso singolo isolato" mi viene difficile crederlo senza una spiegazione plausibile.
Ci ho pensato un po' su e probabilmente potrebbe dipendere dal tipo di allenamenti fatti. Provo a spiegarmi.
Se HADD (e RJo di conseguenza) ci infila in questi allenamenti un sacco di km anche 100 a settimana, questo abituarsi col tempo a questo stress (dei continui lunghissimi) rende forse più "stabile" nel tempo quell'adattamento: lo "fissa".
Anche Maffetone, col suo metodo basato sul calcolo del 180-età, per il fatto che fa correre a frequenze maggiori, quindi un più veloce, abitua in questo modo a una certa quantità di stress (dopo un po' l'80% circa che ne deriva diventa un passo abbastanza veloce).
Il metodo che seguivo io, più vicino al Maffetone come impostazione ma all'HADD come velocità, cioè più lento, mi ha fatto fare, in assenza di veri stress, degli adattamenti meccanici e cardiaci molto veloci, ma non li ha "fissati". Lo avrebbe probabilmente fatto se avessi seguito più a lungo quel metodo, che, a differenza degli altri due, inserisce dopo un po' di mesi qualche lavoro più veloce, dei fartlek oltresoglia aerobica, in questo modo, probabilmente, "fissando" quell'adattamento che invece nel mio caso è stato, benché rapido, altrettanto "effimero".
Boh... so che forse non frega niente a nessuno... ma mi viene da pensarla così...
giopod,
devi essere tu a spiegare a noi come mai il 99.99% di atleti al mondo, che non seguono quei metodi e fanno cose a soglia e oltresoglia tutto l'anno, ottengono "adattamenti cardiaci" anche a ritmi medio-bassi e li fissano.
Non sto dicendo siano meglio, eh... anzi... ma diversi.
Se con qualsiasi metodo io riuscissi a migliorare di 1 minuto al km in 3 SOLI mesi e quel miglioramento fosse vero, a quest'ora correrei a 2'00" al km
@Gio:
Senza offesa, ma siamo simili! Siamo forse gli unici due membri del forum che suscitano tantissimi punti interrogativi (ma questo come 'avolo pensa?)..
Sinceramente non ho capito nulla del tuo ragionamento (così come nessuno capisce quando ragiono io), però sembri me quando litigavo con Luc dicendogli che i miei lenti a 4':30"/km uscivano con naturalezza perché fin troppo abituato.. e lui mi ribatteva che con quei tempi sul lento avrei dovuto fare almeno 4' in meno sui 10 km (e in generale su tutto).
Eppure io ero abituato, la fatica mi sembrava ad un livello bassissimo e mi ostinavo a non credere a nient'altro..
Sai cos'è?? Che a me ragionare con quelli che mi danno ragione non mi stimola!
Poi il contraddittorio mi obbliga a ragionare sui miei pensieri sparsi, che così prendono forma