La nostalgia, come fermate del treno che passano.
Come si può essere felici quando si pensa che le cose che ora non si hanno più, un tempo erano piene di emozioni?
Se poi ci si aggiungono anche le cose non dette o non fatte o andate diversamente, allora fa ancora più male.
Però io inizio a farmi una domanda. Mi chiedo come ne sono uscito dopo quel periodo.
Rinforzato, con una carica nuova. Ho capito che ci sono dei "mostri" che non sono riuscito ad affrontare, ma che farò di tutto per esserne in grado un giorno, nel caso.
E poi c'è anche la nostalgia di qualcosa di molto lontano. Tanto lontano che i ricordi si possono offuscare. Nel mio caso, come il passaggio di C. Baudelaire "ad una passante":
"Un lampo, poi la notte! – Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell’eternità?
Altrove, assai lontano di quì! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove io vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi!"
Sono passati circa 16 anni da quel giorno. Ero piccolissimo, troppo piccolo da non poter parlare di "amore" o qualche altro sentimento. Però quei due occhi mi hanno perseguitato fino a questi giorni e li ho cercati a lungo, anche sbagliando persone e conoscendo persone che altrimenti non avrei mai potuto conoscere.
E poi, come si suol dire, il fato ha giocato due stranissimi scherzi. Il primo: la stessa visione, la stessa persona, 14 anni dopo. Guardarci e pensare:"ah, ma tu...". Il secondo: la stessa visione, la stessa persona, 16 anni dopo e decidere di iniziare a frequentarci. Quella persona che ho cercato a lungo, ora sapere di poterla conoscere..
Non so come finirà questa storia, ma credo che di fianco alla parola "nostalgia" ci sia spesso la parola "destino".
Non so nemmeno se è veramente possibile modificarne il suo corso.




