Mi sembra che abbiate preso per la tangente in materia di adozioni e allora devo "richiamarvi".
La premessa logica da cui alcuni di voi partono è totalmente errata.
In materia di diritti indisponibili non potete iniziare con
"per me" o
"secondo la mia opinione". Non si tratta di una recensione di un film o di un'opera di teatro, dove ogni opinione è legittima.
Qui non lo è.
La metodologia della tutela dei diritti funziona in questo modo:
- Si individuano le situazioni giuridiche meritevoli di tutela
- Si valuta quale delle due è prevalente
- Si cerca di tutelare quella ritenuta preminente con il minore sacrificio possibile dell'altra
In materia di adozioni abbiamo due situazioni giuridiche meritevoli di attenzione:
1- Il diritto del minore ad avere una famiglia
2- l'aspirazione legittima di ogni soggetto a creare una famiglia ed avere una discendenza
Nei tempi attuali, la prima situazione ha assunto preminenza rispetto alla seconda (ma in passato era l'opposto).
Quindi ogni scelta legislativa e di applicazione normativa va ricondotta alla tutela della prima.
In questo senso, non è tanto importante la materiale composizione della famiglia (uomo-donna; uomo-uomo; donna-donna; uomo single; donna single;) -o meglio è importante in subordine- quanto l'assicurare al minore quei rapporti solidaristici che solo la "famiglia" può dare.
Il principio è stato così sintetizzato:
"In tema di adozione, ai sensi della L. 184 del 1983, all’art. 1 (nel testo sostituito dalla L. 28 marzo del 2001, n. 149), è riconosciuto il diritto del minore di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia naturale. La predetta condizione può essere resa effettiva attraverso la predisposizione di interventi solidaristici di sostegno in caso di difficoltà della famiglia di origine, onde rimuovere le cause, di ordine economico e sociale, che possano precludere in essa, una crescita serena del bambino”.(Cass. Civ., Sez. I, 08/09/2008, n.22640.)"
Vi ho evidenziato non a caso il termine
propria
Facciamo degli esempi:
- I genitori di Tizietto muoiono entrambi in un incidente d'auto.
Il parente più prossimo è la zia materna. È possibile l'adozione da parte di questa? Si. Perché viene tutelato il diritto del minore a continuare a vivere e crescere all'interno della propria famiglia naturale.
- La zia di cui sopra è legata in un rapporto stabile e continuativo con altra donna. È possibile l'adozione anche da parte di quest'ultima?
Si è possibile perché è preminente l'interesse del minore a veder tutelato il rapporto con la persona che ne segue la crescita e lo sviluppo, curandola, istruendola, educandola e mantenendola come se fosse il suo genitore biologico, indipendentemente dal suo orientamento sessuale. Si è creata di fatto una nuova famiglia "naturale" propria del minore.
Da un punto di vista pratico, ciò comporta anche una tutela rafforzata del minore in caso di sventurato caso di morte della zia (lo facciamo sfigato come non mai

), perché essendo stato adottato anche dalla compagna di lei, si perpetuerà il contesto familiare senza soluzione di continuità.
Peraltro, cosa di non secondaria importanza, il minore adottato entra nei diritti di successione di entrambi gli adottanti.
Ecco questo molto in sintesi, e solo per darvi un'idea sulla logica che dovreste seguire quando vi approcciate a questo tipo di questioni.
Le posizioni ideologiche "per me la famiglia è solo tra uomo e donna" o al contrario "per me la famiglia è qualunque unione produca amore" sono logicamente errate e buone soltanto per fare polemica politica e audience nei talk show televisivi.