Il fatto del giorno!

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correreEcorrere
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da correreEcorrere »

oggi non si figlia piu'? una motivazione io ce l'ho ma parlo per me e forse mi sbaglio ma la colpa è della generazione precedente alla mia. Ho 28 anni e nella mia testa tutto gira tranne che mettere su famiglia e ora spiego perche'. Da piccolo quando andavo alle elementari e alle medie c'erano 2 gruppi, uno era composto da ragazzini svegli e l'altro da meno svegli e a quest'ultimo appartenevo anchio. Nel primo gruppo questi ragazzini di pomeriggio avevano piu' liberta', giocavano per strada, giocavano a calcio, passeggiavano con le biciclette da soli senza essere accompagnati dai genitori. Dall'altra parte c'erano quelli come me rinchiusi in casa perche' i genitori avevano paura di farli uscire, gli unici sfoghi erano la tv, la play station, il pc o il cortile di casa per chi lo aveva. La differenza si avvertiva a scuola, chi aveva piu' liberta' a casa cresceva meglio era piu' furbo ecc al contrario noi altri "dormivamo". Le mie uniche uscite si limitavano a far visita ai parenti o ai nonni e al centro commerciale, uscite obbligate perche' i nonni vanno rispettati, si doveva rinunciare a qualsiasi divertimento perche' il sabato e la domenica bisognava stare con la famiglia; intanto vedevo gli altri che se la spassavano, giocavano a pallone, avevano piu' vita sociale di me ecc. A questo si aggiungeva il fatto che mio padre era ossessivo, predicava sempre il dovere, il lavoro, la scuola e ripudiava ogni tipo di divertimento...esempio? mi vedeva giocare con la ps? i videogiochi fanno male. Volevo giocare a calcio? il pallone non fa per te devi pensare solo alla scuola. Volevo uscire con amici? attento con chi te la fai.A un certo punto da ragazzino con voglia di socializzare e vivere che ero sono passato dalla mattina alla sera a essere chiuso, a scuola non parlavo piu' e tutti si chiedevano il perche', ingrassai fino a 90 chili, il mio unico sfogo erano i videogiochi, a 18 anni non uscivo la sera con amici ecc. Dopo i 20 anni ho avuto la fortuna di saper fare delle cose e quindi ho trovato lavoro anche se non mi piace. Risultato? ho sviluppato una specie di repulsione dei confronti del concetto di famiglia che a oggi non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di fare figli.
Una volta lessi zanna bianca e a un certo punto la madre del cane protagonista dopo alcuni anni non riconosce piu' il figlio. Ora noi non siamo diversi dagli altri animali, mi spiegate perche' nella societa' occidentale i genitori devono essere cosi ossessivi? perche' bisogna reprimere tutti gli istinti fisiologici? io personalmente faccio fatica a vivere. E le ragioni per cui gli occidentali non figliano come una volta sono piu' o meno le stesse anche se ci sono casi diversi ma piu' o meno è cosi.
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da Ericradis »

Caspita che vita infernale che hai avuto! Però un piccolo passo lo hai fatto, hai iniziato a correre. Potrà esserti molto utile...
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loris
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da loris »

zivago ha scritto: gio 9 mar 2017, 15:32 Anche a me non piacciono i nullafacenti. Penso che tutti, se vogliono, un'occupazione possono trovarla: lavoro retribuito o volontario; studio o impegno sociale; attività creativa o sport.

Vedo anch'io nel mio paese (14-15 mila abitanti) un sacco di gente sulle panchine dei giardinetti, che gironzolano nei mercati, che sostano nelle piazze. Questi sfaccendati sono, perlopiù, dei pensionati. Li conosco quasi tutti: vecchi compagni di lavoro o di scuola, vicini di casa, tipi che incontro al bar, amici e anche miei parenti.
La maggior parte di questi “panchinari” godono il vitalizio da che erano cinquantenni, alcuni anche da prima. Erano i tempi della pensione facile: andavano “a riposo” (ma poi lavoravano “a nero”) con soli 35 anni di contribuzione; molti si erano già goduti anni e anni di cassa integrazione; tanti altri furono mandati in “pre-pensionamento” già a 46-47 anni; non pochi, di quelli che lavoravano per lo Stato o il Comune, con appena 15-20 anni di contribuzione erano già “al calduccio”. Tutti, chi più chi meno, si stanno godendo da 15, 20, 25 anni (gliene auguro tanti ancora) una pensione non interamente guadagnata: cioè che non corrisponde agli effettivi versamenti previdenziali. Senza contare le esenzioni dai ticket sanitari, gli sconti sui trasporti, la “giornata dello sconto ai pensionati” al supermercato; le gite e le vacanze a modico prezzo organizzate dal Comune… e chi più ne abbia più ne metta.

Quando mi tocca passare dai luoghi dove questi fortunati fanno capannelli, cerco sempre di scansarli. Se mi agganciano è una pena. Si lamentano di tutto: del governo ladro, dei politici, dell'Euro, dell'Europa e infine, capro espiatorio di ogni male… dell'invasione degli extracomunitari.
Inutile spiegare che gli immigrati, quasi sempre, fanno lavori che i nostri figli rifiutano; che contribuiscono sostanziosamente al reddito nazionale e, con le loro tasse e contributi, ci aiutano a pagare le nostre pensioni; che tanti caseggiati nelle nostre vie sarebbero ormai abbandonati se non ci fossero loro; che accudiscono i nostri vecchi, puliscono le nostre case, etc. .
Macché! Sono convinti che, in maggioranza, son qui per delinquere e per togliere lavoro ai nostri. Nemmeno si ricordano che anche loro, quando immigrarono dal sud d'Italia, erano considerati, dai nativi brianzoli, tutti “terroni” con poca voglia di lavorare e propensi a delinquere.

Anche la mia mamma (87 anni e in pensione da quando ne aveva 55), che è sempre vissuta in una famiglia antifascista e che ha sempre votato comunista, mal sopporta i troppi neri che vede in giro. Ha le sue buone ragioni: le sono entrati in casa e ha anche subito uno scippo. Capisco benissimo le sue paure che, in parte ho anch'io. Anche in casa mia c'è stato un furto e poche settimane fa mi hanno rubato (maledetti loro!) la bicicletta.
In effetti troppi giovani immigrati vagano sfaccendati nei nostri paesi; in continuazione le cronache locali riportano notizie di furti, di spaccio, di degrado urbano. Comprendo e rispetto le preoccupazioni delle nostre genti. Sopporto meno i pregiudizi, le generalizzazioni, la scarsa pietas verso chi, non per sua scelta, ha avuto la sfortuna di nascere in zone disgraziate del mondo.

Quest'immigrazione di massa è comunque una questione che va affrontata e gestita. È un problema epocale che abbiamo e ancor più avremo nei prossimi decenni. Anch'io, come tanti di voi, sono preoccupato.
Io non ho soluzioni facili e sicure da proporre. Mi aspetterei però, dalle istituzioni politiche, dalle religioni, dai consessi scientifici, dagli ambienti economici, dal mondo della cultura e dell'arte… dagli uomini di buona volontà: qualche seria analisi e, possibilmente, qualche proposta di fattibile soluzione.

P.S. Mia figlia sta mandando il suo bambino alla scuola materna. Su una classe di 15 bimbi, 6 sono di colore. Al momento dell'iscrizione i genitori erano perplessi e titubanti: come si troverà il loro piccolo? avrà dei problemi di relazione con gente così diversa da noi? in una simile situazione la qualità didattica sarà buona?
In famiglia ne abbiamo parlato a lungo. Io ho raccontato le mie infantili esperienze multiculturali. Negli anni 60, qui da noi, ci fu l' “invasione dei terroni”. In prima elementare mi ritrovai in una classe di 45 bambini provenienti da ogni parte d'Italia: era una babele di dialetti. Il nostro maestro napoletano impiegò dei mesi per farci imparare a parlare in italiano. Avevamo anche uno zingaro di 2-3 anni più grande di noi . Grazie all'intelligenza di quel maestro, imparammo il meglio da tutte quelle diversità. Dallo zingaro, il più “diverso”, imparammo ad amare l'affabulazione, tante piccole abilità manuali, la gioia del ballo e della musica, qualche rudimento di fisarmonica. Insomma da quella classe così disomogenea uscirono tanti ragazzini svegli e sensibili; migliori di quelli provenienti da livellate classi tutte brianzole.
Alla fine i preoccupati genitori del nostro nipotino si sono convinti a mandarlo in quella scuola "multietnica". Si sono detti: se nella vita, inevitabilmente, nostro figlio avrà sempre più a che fare con gente di altra razza e cultura… Be', sarà meglio, anche per lui, che cominci presto a convivere con i “terroni” del nostro tempo.
Dovresti cambiare nick, penso che Divago ti si addica di più :lol3: sempre a cambiare discorso :lol3:
Si parlava di quelli che arrivano via mare, quelli che "chissà quali deserti hanno superato" e quelli del "fuggono dalle guerre in cerca di vita migliore per loro e le famiglie" poi invece ti guardi attorno e vedi che che sono tutti uomini, prevalentemente giovani e ti chiedi perché scapppino da qualche fantomatica guerra loro che dovrebbero combatterla la guerra per difendere le loro mogli, i loro figli per dare un futuro migliore al loro paese. Addirittura se fai questi discorsi in pubblico e vieni chiamato fascista, xenofobo, razzista solo perché pensi che quei 3,3 miliardi di € spesi nel 2016 potevano essere impiegati meglio, per i nostri concittadini magari, per alzare le misere pensioni minime, per qualche politica per far aumentare i tassi di natalità, per dare un tetto ai terremotati...e invece vengono usati per gente che attraversa il mare per fare le vacanze a spese dell'Italia e degli italiani.

Guardando i dati ufficiali del Ministero dell'Interno poi, con gran sorpresa :hihihi: , si scopre che i soggetti a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato, ovvero che vengono riconosciuti come persone in fuga da una guerra, sono solo il 5% del totale ai quali vengono aggiunti un 14% di aventi diritto ad un assistenza sussidiaria e poco più di un 20% di assistenza umanitaria.

Ne rimangono fuori quasi un 60% che si fanno mediamente 18 mesi di vacanze a carico dello stato prima di tornare al loro paese.
Si calcola che in quei 2 anni l'Italia abbia speso 6,1 miliardi di € per l'accoglienza di cui 3,6 miliardi finti profughi...
Quei 3,6 miliardi non potevano essere spesi per altro?

Vogliamo poi aggiungere che io la questione degli sbarchi l'ho vissuta sulla mia pelle dato che ho passato 5 mesi nei centri di prima accoglienza a contatto con questa gente e chi scappava dalla guerra lo riconoscevi subito, si portava sempre dietro moglie e figli, a volte i genitori anziani, non erano mai i 30enni.
PB:10km: 42'20" -21km: 1'35'58" -42km: 3h27'46" -50km: 4h34'42" -100km: 10h57'11"
next: 03/04 Maratona del Lampone - 25/04 50km di Romagna - 21/05 100km Del Passatore
Ericradis
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da Ericradis »

Loris, sei senza pietas!!!
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da lucaliffo »

correreEcorrere ha scritto: gio 9 mar 2017, 19:42 oggi non si figlia piu'? una motivazione io ce l'ho ma parlo per me e forse mi sbaglio ma la colpa è della generazione precedente alla mia. Ho 28 anni e nella mia testa tutto gira tranne che mettere su famiglia e ora spiego perche'. Da piccolo quando andavo alle elementari e alle medie c'erano 2 gruppi, uno era composto da ragazzini svegli e l'altro da meno svegli e a quest'ultimo appartenevo anchio. Nel primo gruppo questi ragazzini di pomeriggio avevano piu' liberta', giocavano per strada, giocavano a calcio, passeggiavano con le biciclette da soli senza essere accompagnati dai genitori. Dall'altra parte c'erano quelli come me rinchiusi in casa perche' i genitori avevano paura di farli uscire, gli unici sfoghi erano la tv, la play station, il pc o il cortile di casa per chi lo aveva. La differenza si avvertiva a scuola, chi aveva piu' liberta' a casa cresceva meglio era piu' furbo ecc al contrario noi altri "dormivamo". Le mie uniche uscite si limitavano a far visita ai parenti o ai nonni e al centro commerciale, uscite obbligate perche' i nonni vanno rispettati, si doveva rinunciare a qualsiasi divertimento perche' il sabato e la domenica bisognava stare con la famiglia; intanto vedevo gli altri che se la spassavano, giocavano a pallone, avevano piu' vita sociale di me ecc. A questo si aggiungeva il fatto che mio padre era ossessivo, predicava sempre il dovere, il lavoro, la scuola e ripudiava ogni tipo di divertimento...esempio? mi vedeva giocare con la ps? i videogiochi fanno male. Volevo giocare a calcio? il pallone non fa per te devi pensare solo alla scuola. Volevo uscire con amici? attento con chi te la fai.A un certo punto da ragazzino con voglia di socializzare e vivere che ero sono passato dalla mattina alla sera a essere chiuso, a scuola non parlavo piu' e tutti si chiedevano il perche', ingrassai fino a 90 chili, il mio unico sfogo erano i videogiochi, a 18 anni non uscivo la sera con amici ecc. Dopo i 20 anni ho avuto la fortuna di saper fare delle cose e quindi ho trovato lavoro anche se non mi piace. Risultato? ho sviluppato una specie di repulsione dei confronti del concetto di famiglia che a oggi non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di fare figli.
Una volta lessi zanna bianca e a un certo punto la madre del cane protagonista dopo alcuni anni non riconosce piu' il figlio. Ora noi non siamo diversi dagli altri animali, mi spiegate perche' nella societa' occidentale i genitori devono essere cosi ossessivi? perche' bisogna reprimere tutti gli istinti fisiologici? io personalmente faccio fatica a vivere. E le ragioni per cui gli occidentali non figliano come una volta sono piu' o meno le stesse anche se ci sono casi diversi ma piu' o meno è cosi.
mi rattrista molto leggere queste cose scritte da un giovane.
spesso i genitori fanno cose completamente sbagliate coi figli, senza volerlo e obbedendo anche loro a input culturali inconsci.
non odiare i tuoi genitori, ma devi "impazzire", recidere il cordone ombelicale... e pure alla svelta che il tempo passa. non puoi sprecare la tua vita.
allenatore, personal trainer

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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da chippz »

correreEcorrere ha scritto: gio 9 mar 2017, 19:42Le mie uniche uscite si limitavano a far visita ai parenti o ai nonni e al centro commerciale, uscite obbligate perche' i nonni vanno rispettati, si doveva rinunciare a qualsiasi divertimento perche' il sabato e la domenica bisognava stare con la famiglia; intanto vedevo gli altri che se la spassavano, giocavano a pallone, avevano piu' vita sociale di me ecc. A questo si aggiungeva il fatto che mio padre era ossessivo, predicava sempre il dovere, il lavoro, la scuola e ripudiava ogni tipo di divertimento...esempio? mi vedeva giocare con la ps? i videogiochi fanno male. Volevo giocare a calcio? il pallone non fa per te devi pensare solo alla scuola. Volevo uscire con amici? attento con chi te la fai.A un certo punto da ragazzino con voglia di socializzare e vivere che ero sono passato dalla mattina alla sera a essere chiuso
Questo l'ho passato anche io, ma in forma leggermente diversa.
Le domeniche erano SACRE letteralmente. Alla mattina ero OBBLIGATO ad andare a messa e a pranzare dai nonni.
La differenza è che avevo un amico del cuore, con cui uscivo e facevo gite con i nostri genitori. Poi ho cercato di ampliare il cerchio di migliori amici estendendolo anche ad un ragazzo di colore. Ero molto legato a quest ultimo, ma con il tempo i miei genitori presero comportamenti razzisti (del tipo:"se devi scegliere tra i due amici scegli quello del tuo colore").
Però anche questo mio amico bianco iniziò ad espandere il cerchio di migliori amici e iniziò a comportarsi come si comportavano gli altri.. e io mi sentivo escluso. Anche perché io ero l'unico ad avere degli orari fissi da rispettare (li ho ancora ora alcuni!), come il rientro a casa e i pasti, e molto spesso rifiutavo di uscire di casa.

Comunque da solo riuscii a liberarmi sia della chiesa, sia degli amici. La prima era una cosa positiva, la seconda un po meno perché dovetti iniziare le scuole praticamente senza amici (e senza uscire più di casa) e con i genitori che premevano ossessivi riguardo il mio comportamento ("fai questo, raccontami la giornata, le materie, cosa hai detto ai tuoi compagni, studia questo, parla di questo", ecc ecc). E fino al secondo anno di superiori ero bloccato. Non mi sapevo relazionare, specie con le ragazze... tranne con una (forse una cotta?) con cui avevo un comportamento opposto al solito (da introverso al massimo a quasi troppo estroverso).
Poi con il tempo mi sono sbloccato e ho trovato una via. Introverso sì, ma in modo tale che chi mi stima mi segue. E ho un'indole per capire/aiutare gli altri che è esagerata.

Insomma, in realtà io dovrei odiare i miei. Mi hanno insegnato tutto quello che una persona sana non dovrebbe fare (e poi credo che mia mamma abbia dei disturbi e tic ossessivi compulsivi, invece mio padre vive in un perenne stato di ansia probabilmente dallo stress ricevuto in tutta la sua vita. Insomma...).
Eppure quello che provo è solo ringraziamento. Ad avermi insegnato tutte quelle norme comportamentali, ho imparato a riconoscerle e a fare l'esatto contrario.


Tornando al discorso originale, del figliare, boh.. per ora non ci penso minimamente.. ma perché mi mancano dei tasselli, anzi le materie prime.. :D
Gym: squat 110k / panca 70k / stacco 145k
Run: 10k 37':40" / 3k 10':22" / 1,5k 4':44" / 0,8k 2':16" / 0,4k 1':00"
Watt: 20' 318 / 10' 344 / 5' 381 / 1' 549 / max 1052
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da correreEcorrere »

mi dispiace ammetterlo ma questi input culturali sbagliati derivano dal mio bisnonno e da mio nonno che si sono riversati su mio padre e che hanno danneggiato me. Mentalita antica e sbagliata che secondo me deriva dal medioevo e per fortuna che me ne sono accorto complice anche la corsa che ha risvegliato il mio vero istinto.

Si è vero pure mio padre vive con l'ansia anche se non ci manca niente per fortuna e ho capito da dove deriva. Il problema mio è stato che quando ero piccolo quest'ansia la prendevo sul serio e si riversava su di me facendomi crescere con complessi, oggi invece ho imparato che sono tutte sciocchezze e ci rido pure su pero' indietro per costruire le basi non ci posso tornare.
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Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da L'Appiedato »

chippz ha scritto: gio 9 mar 2017, 22:58
correreEcorrere ha scritto: gio 9 mar 2017, 19:42Le mie uniche uscite si limitavano a far visita ai parenti o ai nonni e al centro commerciale, uscite obbligate perche' i nonni vanno rispettati, si doveva rinunciare a qualsiasi divertimento perche' il sabato e la domenica bisognava stare con la famiglia; intanto vedevo gli altri che se la spassavano, giocavano a pallone, avevano piu' vita sociale di me ecc. A questo si aggiungeva il fatto che mio padre era ossessivo, predicava sempre il dovere, il lavoro, la scuola e ripudiava ogni tipo di divertimento...esempio? mi vedeva giocare con la ps? i videogiochi fanno male. Volevo giocare a calcio? il pallone non fa per te devi pensare solo alla scuola. Volevo uscire con amici? attento con chi te la fai.A un certo punto da ragazzino con voglia di socializzare e vivere che ero sono passato dalla mattina alla sera a essere chiuso
Questo l'ho passato anche io, ma in forma leggermente diversa.
Le domeniche erano SACRE letteralmente. Alla mattina ero OBBLIGATO ad andare a messa e a pranzare dai nonni.
La differenza è che avevo un amico del cuore, con cui uscivo e facevo gite con i nostri genitori. Poi ho cercato di ampliare il cerchio di migliori amici estendendolo anche ad un ragazzo di colore. Ero molto legato a quest ultimo, ma con il tempo i miei genitori presero comportamenti razzisti (del tipo:"se devi scegliere tra i due amici scegli quello del tuo colore").
Però anche questo mio amico bianco iniziò ad espandere il cerchio di migliori amici e iniziò a comportarsi come si comportavano gli altri.. e io mi sentivo escluso. Anche perché io ero l'unico ad avere degli orari fissi da rispettare (li ho ancora ora alcuni!), come il rientro a casa e i pasti, e molto spesso rifiutavo di uscire di casa.

Comunque da solo riuscii a liberarmi sia della chiesa, sia degli amici. La prima era una cosa positiva, la seconda un po meno perché dovetti iniziare le scuole praticamente senza amici (e senza uscire più di casa) e con i genitori che premevano ossessivi riguardo il mio comportamento ("fai questo, raccontami la giornata, le materie, cosa hai detto ai tuoi compagni, studia questo, parla di questo", ecc ecc). E fino al secondo anno di superiori ero bloccato. Non mi sapevo relazionare, specie con le ragazze... tranne con una (forse una cotta?) con cui avevo un comportamento opposto al solito (da introverso al massimo a quasi troppo estroverso).
Poi con il tempo mi sono sbloccato e ho trovato una via. Introverso sì, ma in modo tale che chi mi stima mi segue. E ho un'indole per capire/aiutare gli altri che è esagerata.

Insomma, in realtà io dovrei odiare i miei. Mi hanno insegnato tutto quello che una persona sana non dovrebbe fare (e poi credo che mia mamma abbia dei disturbi e tic ossessivi compulsivi, invece mio padre vive in un perenne stato di ansia probabilmente dallo stress ricevuto in tutta la sua vita. Insomma...).
Eppure quello che provo è solo ringraziamento. Ad avermi insegnato tutte quelle norme comportamentali, ho imparato a riconoscerle e a fare l'esatto contrario.


Tornando al discorso originale, del figliare, boh.. per ora non ci penso minimamente.. ma perché mi mancano dei tasselli, anzi le materie prime.. :D
Scusa @chippz ma quando si parla di setimento di odio verso i genitori inizio ad essere sospettoso.
Non conosco chiaramente la tua storia ma presumo sia analoga a quella di molti altri.
I genitori educano i figli come possono e come riescono in continuo equilibrio tra il dover dare delle regole e il cercare di far crescere liberamente i propri figli.
Non sono tutti psicologi, non tutti hanno una cultura e spesso si trascinano dietro le loro fragilità e incomprensioni…come tutti d’altra parte.
Non dobbiamo essere troppo duri con loro perché e come se lo fossimo con noi stessi…siamo uomini
" personaggio occulto, un massone, un beato paolo" (cit. Lucaliffo)
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zivago

Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da zivago »

loris ha scritto: gio 9 mar 2017, 21:19
Dovresti cambiare nick, penso che Divago ti si addica di più :lol3: sempre a cambiare discorso :lol3:
Affabile loris,

(di)vagare è appunto un andar vagando: cioè cercare, esplorare, muoversi da una posizione prestabilita.
Divagare senza uscire dal seminato (si parlava di immigrati e sfaccendati mantenuti dalle altrui fatiche) è ragionare sulla complessità; è cercare di uscire da prefissati schemi; è guardare a un orizzonte più ampio.
Divagare è aprire la mente, è inter-leggere (intelligenza), cercare connessioni, affrontare per modificare o adattarsi a situazioni nuove.
zivago

Re: Il fatto del giorno!

Messaggio da zivago »

Ciao correreEcorrere,

stai su e reagisci: che' hai ancora tanta vita davanti.
Segui il consiglio del nostro (questa volta saggio) lucaliffo:
«… non odiare i tuoi genitori, ma devi "impazzire", recidere il cordone ombelicale... e pure alla svelta che il tempo passa. non puoi sprecare la tua vita. »

Diversamente sarà come disse il buon Frank Zappa:
« Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti. »