Grandissimo suggerimentoEricradis ha scritto: lun 9 ago 2021, 18:19Leggi anche Narciso e Boccadoro sempre di Hesse.chippz ha scritto: lun 9 ago 2021, 17:42 In vacanza, dopo aver letto Siddharta, da un lato saltavo giorni di allenamento causa influenza, dall'altro coltivavo altre ambizioni/passioni.
Il libro parla della continua ricerca dell'Io e della felicità, con il protagonista che affronta tantissime situazioni di vita differenti finché è costretto a perdere tutto per ritrovare le sue vere motivazioni e credenze.
E poi c'è l'aver fatto gli scacchi, non più per me ma come "istruttore" e lì si è riacceso un fuoco. Alla fine è un fuocherello, perché non dipende da me: basta un "non ho più voglia di giocare" che la fiammella si estingue, ma finché è presente ossigeno essa continuerà ad ardere forte e a continuare ad alimentarsi.
E' quella sete insaziabile di Siddharta, il "stay hungry" di Jobs o una psiche umana talvolta ignorata fino a farla spegnere?
C'è una canzone che racchiude molto bene questo sentimento: Linkin Park - Castle of Glass
Chester disse che:"[..] the lyrics made him think of himself as being the broken or damaged piece of a beautiful glass castle. And while he may seem as the useless part of the glass castle, if one were to look closer, they’d notice that he is still very useful and an important part of a very beautiful entity, whose absence would make the beautiful entity incomplete."
E' proprio questa la sensazione.
Il punto è. Quanto è psicologicamente "deviata" questa sensazione? Oppure è una cosa normale?![]()
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