
ma su quel dettaglio potrebbe non aver torto... io ho una forte pronazione al dx e ogni volta che ho provato scarpe con inserti correttivi e rigide é andata a finire in fascite plantare (1 anno fermo x 3 volte).
il resto spara minkiate.
Tutto vero!sabba ha scritto: dom 27 dic 2020, 12:28 Ho ricevuto per Natale un libro curato da Blaise Dubois ("La salute nella corsa"), mi sto ancora facendo un'idea sulla validità dei contenuti.
Intanto mi è cascato l'occhio sulla parte dove si parla di scarpe e ho letto qualcosa di piuttosto sconcertante, ma magari per voi è ovvio (o non concordate): la divisione in runners pronatori (a cui si prescrive scarpa stabilizzata) o universali (a cui si prescrive scarpa neutra) non ha alcuna base scientifica. Anzi, in pratica è diventata dagli anni '90 una trovata di marketing per vendere scarpe con varie tecnologie per correggere la pronazione e in generale scarpe massimaliste (alto drop, suola spessa, pesantine, stabilizzate, poco flessibili).
In generale l'autore è un sostenitore delle scarpe minimaliste e consiglierebbe a tutti di orientarsi verso scarpe con indice di minimalismo alto (misurabile), ma anche di non fare passaggi bruschi (dalle tipiche scarpe super-ammortizzate, con una sfilza di tecnologia dentro, ecc...) a quelle più minimaliste.
Altro punto interessante: non c'è evidenza scientifica sul fatto che l'ammortizzazione delle scarpe aiuti a prevenire gli infortuni.
1) Vero <3L'Appiedato ha scritto: dom 27 dic 2020, 13:24 Dico la mia.
1) Nicola Rossi, il "nostro" fisio, accennò già questa querelle, ovvero il fatto che ormai la distinzione tra pronatori e non viene accusata di essere superata e questo può essere benissimo; il corpo non è un minerale ma in una certa misura muta e si adatta,
Io da 3 anni indosso plantari antipronazione [non sempre, sia perchè con certe scarpe non potrei sia perchè penso sia utile variare ogni tanto] perchè dopo una lunga e dolorosa infiammazione ossea così l'ortopedico mi consigliò.
2) Da allora non ho più avuto infortuni gravi. Questo ovviamente non dimostra niente. Forse le cose sarebbero andate così anche senza plantari, forse il mio corpo si è adattato indipendentemente dai plantari, forse i tanti problemi avuti non erano dovuti alla iperpronazione ecc ecc.
3) Quanto alla questione scarpe massimaliste vs scarpe minimaliste io parto da due punti:
1-è un dato di fatto che una quantità maggiore di gomma smorza le forze di impatto di più che una quantità minore.
2-è parimenti vero che il modo in cui nostro corpo di assorbe gli impatti non dipende esclusivamente dalle scarpe.
Può essere che l'uso di certe scarpe tenda con il tempo a cambiare il nostro modo di muoverci ma comunque non è un problema intrinseco della scarpa.
4)Anche per questo secondo me è utile utilizzare contemporaneamente 2/3 scarpe, proprio per non dare tempo al corpo di abituarsi troppo.
5)Al di là di ciò che gli studi dicono mi sembra di osservare che chi fa tanti km [con obbiettivi agonistici] ricerchi, almeno quando non deve confrontarsi con il cronometro, la protezione. Quando vedrò atleti di livello farsi 180km a settimana con scarpe minimaliste magari mi ricrederò.
Penso anche che spetti alla nostra sensibilità regolarsi su queste cose; voglio dire, il nostro corpo non risponde sempre nello stesso modo, quando il corpo è fresco è più in grado di correggere certe storture, quando è stanco o anche quando la catena cinetica è meno attivata secondo me lo è di meno.
Che il tuo amico possa aver risolto l'infiammazione della bandelletta con un supporto non stento a crederlo, perchè è proprio una questione meccanica, per la bandelletta ci sono anche fasciature che vanno a bloccare il tendine e che ti permettono addirittura di correre e probabilmente nel caso del tuo amico il supporto evitava al piede di cedere e al tendine di essere sollecitato di meno [NICOLA CORREGGI PURE LE VACCATE CHE HO DETTO].Ericradis ha scritto: dom 27 dic 2020, 19:55
Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.
Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
Sul caso fascite e tendiniti non avremo mai la controprova, però ci sta.Ericradis ha scritto: dom 27 dic 2020, 19:55 Non sono del tutto d’accordo.
Il negozio dove spesso compro le scarpe fa una ripresa rallentata della corsa sul tapis che permette di vedere le caratteristiche di come si corre e si vedono difetti che a occhio nudo non appaiono.
Anni fa in queste riprese osservai che tendevo a supinare l’appoggio con il piede sinistro, piede che era soggetto a tendinite. Insieme al mio fisioterapista abbiamo notato un indurimento mediale alla fascia plantare che probabilmente mi faceva correre cosí, esito di una fascite di alcuni anni prima. Con molte sedute di tecar e massaggi la cosa e passata e da allora non ho avuto più tendiniti.
Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.
Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
aspé, il rollio laterale lo detesto pure io ma la stabilitá si puó ottenere con altri mezzi (tipo pianta larga dell´intersuola, plantari), quello che mi uccide sono gli inserti duri.NicolaRossi1 ha scritto: dom 27 dic 2020, 22:14Sul caso fascite e tendiniti non avremo mai la controprova, però ci sta.Ericradis ha scritto: dom 27 dic 2020, 19:55 Non sono del tutto d’accordo.
Il negozio dove spesso compro le scarpe fa una ripresa rallentata della corsa sul tapis che permette di vedere le caratteristiche di come si corre e si vedono difetti che a occhio nudo non appaiono.
Anni fa in queste riprese osservai che tendevo a supinare l’appoggio con il piede sinistro, piede che era soggetto a tendinite. Insieme al mio fisioterapista abbiamo notato un indurimento mediale alla fascia plantare che probabilmente mi faceva correre cosí, esito di una fascite di alcuni anni prima. Con molte sedute di tecar e massaggi la cosa e passata e da allora non ho avuto più tendiniti.
Circa le scarpe antipronazione, ho avuto un feedback di un amico che dopo diverso tempo con dolore alla bandelletta ileotibiale è guarito in poco tempo passando alle scarpe con supporto. Quindi penso che qualcuno può averne giovamento, soprattutto se è un runner pesante o che fa lunghe distanze.
Quello che però proprio non sopporto sono i minimalisti avampiedisti che quando corrono sembrano zompettare come i tacchini.
Sul caso del tuo amico sono d'accordo. Non so se si è capito, ma io sono favorevole alle scarpe antipronazione, poi a Luc faranno male, ma ad altri fanno bene.
Io stesso ho questa sindrome cronica: sindrome del seno del tarso (Sinus tarsi syndrome) che va meglio quando ho scarpe rigide che limitano la pronazione tanto che ho fatto un mini-supporto di spugna da posizionare sulla parte interna del retropiede per limitare ancora di più la pronazione (nonostante io non sia per niente pronatore) e sto peggio con scarpe più morbide
Presi un paio di Hoka Clifton sperando che la "morbidezza" dell'intersuola potesse darmi una mano e invece fù un calvario. Avendo questa intersuola morbida il piede si muove come se fosse su un materasso ad acqua e le continue mini prono-supinazioni fecero incazzare il seno del tarso.
Perciò viva il relativismo![]()