loris ha scritto: sab 1 apr 2017, 20:58
zivago ha scritto: ven 31 mar 2017, 20:25
Le tue tematiche son sempre le stesse e neppure originali. Attingi qua e là da
blog e siti di dubbio credito: ma farina del tuo sacco ce n'è poca.
Mi è piaciuta questa Zivago...quindi spiegami la farina del tuo sacco dov'è dato che nei tuoi post si trovano quasi esclusivamente citazioni da libri, a volte semi sconosciuti, da canzonette e da qualche racconto "dei tuoi avi"?
Cos'è forse i libri contegono la verità e i
"blog e siti di dubbio credito" raccontano solo fandonie?
Mi sembra una visione alquanto riduttiva...
Sempre simpatico
loris,
anch'io gradisco la tue osservazioni. E visto che ti piacciono i racconti dei miei avi, ne faccio un altro.
A quelli che si intromettevano in beghe non loro i miei nonni brianzoli usavano dire:
« L'è 'rivà l'avucat di puarit! » 
.
Sul citazionismo hai comunque ragione: se ne abusa e forse lo faccio anch'io. Vediamo dunque se riesco a dire, sul troppo menzionare, qualcosa di mio...
Non è facile essere originali o dire cose intelligenti. Anche quando abbiamo, idee, concetti, esperienze da raccontare: il difficile è metterle giù in buona forma scritta. Cosicché, per incapacità o pigrizia, ricorriamo alla menzione. Questa pratica non è di per sé negativa: c'è chi va a rovistare nei suoi appunti o diari; chi richiama qualche passaggio dalle proprie letture; chi va a “ravanare” nel
web (è pieno di siti che riportano aforismi e citazioni). Se una di queste pratiche serve per meglio comunicare il proprio pensiero; per esprimere con bel giro di frase un'emozione; per subito evidenziare una convinzione; per condensare in poche parole una stato d'animo: ben vengano le citazioni, gli aforismi, i richiami poetici o musicali.
La citazione deve essere però interessante per chi la leggerà e gratificare chi la riporta: perciò dovrebbe agganciarsi ad un ragionamento in corso; aggiungersi, integrandolo, ad un pensiero in via di esposizione; riferirsi a un'esperienza vissuta; inserirsi in una storia.
Quando invece la menzione è buttata lì... così, lascia il tempo che trova. Risulta meno o poco significativa la frase pur famosa ma capitata per caso; il motto sebbene arguto e saggio ma isolato; la massima significativa ma non attinente a un discorso in essere.
Sui libri…
Certo che i libri NON contengono LA VERITÀ: né quelli famosi, né quelli semi-sconosciuti (a volte neppure i trattati di matematica); e così è pure per quel che si trova in
internet.
Diciamo però che in genere il libro è una fonte di conoscenza più seria: se non altro perché deve passare per più filtri:
- deve essere edito e quindi ha da trovare un editore che lo consideri valido
- prima di essere stampato deve essere visionato, valutato e corretto da più persone
- dovrà, per essere acquistato dai lettori, avere un certo credito
- quando è su carta la
scripta manent (quel ch'è stampato rimane); nella rete invece la
verba volant (lì tutto è volatile, può essere manipolato, corretto, esserci e non esserci)
Quel che si trova in
internet è meno affidabile:
- ognuno può scriverci quel che vuole senza grandi controlli su quel che viene pubblicato
- un sacco di sensazionalismi e fandonie vengono messi nella rete da gente che cerca solo visibilità e facile guadagno
- gli articoli che si leggono dal
web sono strutturati per una lettura breve, frammentaria e superficiale. Difficilmente l'internauta leggerà lunghi capitoli di approfondimento. Stando su
computer,
tablet o
smartphone è difficoltoso studiare, stendere appunti, annotare chiose.
- la rete è piena di gente che non è interessata all'interlocuzione ragionata ma piuttosto usa il mezzo per dare sfogo ai propri rancori o per adescare persone ingenue
- in molti siti la tendenza prevalente è quella di cantarsela e suonarsela sugli stessi accordi (insulti a parte manca un vero contraddittorio)
- celandosi dietro
nickname e pseudonimi ognuno (me compreso) può millantare quel che vuole
Ma, comunque la si pensi su quanta verità c'è nei libri o nel
web, io credo che il discrimine stia nel riconoscere la serietà e credibilità degli autori di ciò che leggiamo: perchè un conto sono i
fashion blogger, i siti di pura propaganda, i
pamphlet; altro sono le pubblicazioni (condivisibili o no) di autori che sono riconosciuti da tutti per la loro competenza, serietà e onestà.
Ti saluto con ricambiata simpatia.
zivago